
di Vito Correddu
Discorso di chiusura a S.Miniato al Monte (FI) in occasione della cammino per la 2a Marcia per la Pace e la Nonviolenza del 23 Febbraio 2020
Oggi è una bellissima giornata.
È una bellissima giornata perché stiamo testimoniando un messaggio che Ghandi diceva “antico come le montagne”.
Oggi testimoniamo la verità della pace e della nonviolenza.
Abbiamo camminato, e lo abbiamo fatto insieme. Lo abbiamo fatto con pace interiore, convinti che ciò di cui l’umanità ha bisogno è una profonda riconciliazione. Una riconciliazione che non mistifichi e falsifichi la memoria, una riconciliazione in cui nessuno si umili o si senta umiliato.
Abbiamo camminato insieme con forza, perché ciò che proponiamo non solo è necessario ma è la sola risposta possibile all’assurdo della guerra e della violenza in tutte le sue forme.
È la risposta alla violenza fisica che ferisce e annienta i nostri corpi; alla violenza economica che ci irretisce e ci ricatta sui nostri più elementari diritti di lavoratori; alla violenza psicologica che manipola le nostre coscienze e ci fa sentire insignificanti o colpevoli.
È la risposta alla violenza dell’intolleranza e della discriminazione, che si manifesta quando ci emarginano per le nostre idee politiche, per la nostra religione, per il nostro orientamento sessuale, per il colore della nostra pelle, per essere semplicemente donne, giovani, anziani, bambini.
È la nostra risposta quando ci discriminano per la nostra povertà, per la nostra malattia, per l’essere dei disoccupati o ex-detenuti.
Abbiamo percorso questo cammino con allegria, perché abbiamo fiducia nel futuro, perché siamo instancabili sognatori con la testa tra le nuvole ma con i piedi ben poggiati a terra.
Questi kilometri che abbiamo percorso vogliono essere non solo un atto di denuncia e una richiesta per un mondo migliore ma un momento di riflessione e una fonte di ispirazione per le nostre vite.
Per questo motivo concludo questo mio breve intervento con le parole di Silo, uno scrittore e un maestro di vita a me caro, che in suo libricino scriveva qualcosa che mi sembra opportuno in questa occasione. Il breve capitolo che ora vi vorrei leggere si chiama: Il Cammino.
Egli scriveva:
“Se credi che la tua vita termini con la morte, ciò che pensi, che senti e che fai non ha senso. Tutto finisce nell’incoerenza, nella disintegrazione.
Se credi che la tua vita non termini con la morte, ciò che pensi deve coincidere con ciò che senti e con ciò che fai. Tutto deve dirigersi verso la coerenza, verso l’unità.
Se sei indifferente al dolore e alla sofferenza degli altri, ogni aiuto che tu chieda non troverà giustificazione.
Se non sei indifferente al dolore e alla sofferenza degli altri, devi fare in modo che ciò che senti coincida con ciò che pensi e con ciò che fai per aiutare gli altri.
Impara a trattare gli altri nello stesso modo in cui vorresti essere trattato
Impara a superare il dolore e la sofferenza in te, nel tuo prossimo e nella società umana.
Impara ad opporti alla violenza che c’è in te e fuori di te.
Impara a riconoscere i segni del sacro in te e fuori di te.
Non lasciar passare la tua vita senza chiederti: “Chi sono?”
Non lasciar passare la tua vita senza chiederti: “Dove vado?”
Non lasciar passare un solo giorno senza darti una risposta su chi sei.
Non lasciar passare un solo giorno senza darti una risposta su dove vai.
Non lasciar passare una grande allegria senza ringraziare dentro di te.
Non lasciar passare una grande tristezza senza reclamare dentro di te quell’allegria che vi è rimasta custodita.
Non immaginare di essere solo nel tuo villaggio, nella tua città, sulla Terra e negli infiniti mondi.
Non immaginare di essere incatenato a questo tempo e a questo spazio.
Non immaginare che con la tua morte si perpetui in eterno la solitudine.“
Grazie e Pace, Forza e Allegria a voi tutti.